Top Car: Vesco e Guerini su Fiat 508 S Balilla Sport. Agonismo alle stelle per una competizione svoltasi in un territorio suggestivo e con un clima mite che ha richiamato tanto pubblico.
La 23ª Coppa Città della Pace, vinta dall’equipaggio composto da Giovanni Scarabelli e Giovanni Adorni su Autobianchi A112 Abarth con appena un centesimo di vantaggio su Salvatore Cusumano e Alberto Carrotta su Autobianchi A112 Abarth 58H e due centesimi su Mario Passanante ed Elisa Buccioni ancora su Autobianchi A112, è stata una fra le più combattute degli ultimi anni. Pochi centesimi, come si nota subito, hanno diviso gli equipaggi al vertice della classifica, tanto che solo in serata gli organizzatori hanno potuto comunicare le graduatorie ufficiali, tenendo in tensione per ore i driver iscritti, anche a causa dell’elevato numero di ricorsi. Decisamente più distanziati gli altri concorrenti, come i favoriti Margiotta e La Chiana su Volvo P544 Sport e Barcella e Ghidotti ancora su Autobianchi A112 Abarth (a 14 centesimi) quarti a pari merito per punteggio, con questi ultimi classificati quinti per anzianità del veicolo, come prescrive il regolamento. Prima vettura del raggruppamento 1, quello delle vetture più datate, la Fiat 508 Balilla Sport di Vesco e Guerini, sesta con 16 centesimi di distacco dai vincitori, che ha preceduto, sempre di un’inezia (2 centesimi) la Lancia Aprilia di Turelli e Turelli, settima.
Per quanto riguarda la graduatoria delle Top Car, che parametra il risultato assoluto in base all’età delle vetture, il successo ha arriso a Vesco e Guerini su Fiat 508 S Balilla Sport, davanti a Turelli e Turelli su Lancia Aprilia e a Di Pietra e Di Pietra su Fiat 508 C. Tutte le prime 11 appartengono alla raggruppamento 1. I 97 binomi che si sono schierati al via all’Hotel Nerocubo, si sono poi dati battaglia, nel senso più cavalleresco del termine, dato che in queste specialità si vince per destrezza e non per velocità, dalle 9,30 alle 17,30, percorrendo le strade della Vallagarina e dell’Alta Valsugana alla ricerca delle 16 postazioni dove hanno sostenuto le 55 prove di precisione, allestite all’Hotel Nerocubo, a Marco, all’Ossario di Rovereto, nella campagna di Aldeno, a Vigolo Vattaro, a Calceranica, a Levico, di nuovo a Calceranica dopo la sosta per il pranzo, a Ravina, ad Aldeno, a Marco, a Besenello, di nuovo Ravina, ad Aldeno, alla Cantina Vivallis e a infine nello spazio della Protezione Civile a Marco. Una maratona che ha messo a dura prova piloti, navigatori e organizzatori. Per dare vita ad una gara come questa la Scuderia Adige Sport ha dovuto mobilitare 30 commissari di gara, 30 volontari, 20 cronometristi e 5 giudici di gara. Complice la bella giornata di sole, la competizione si è così trasformata in una ghiotta opportunità per promuovere il territorio. Gli attraversamenti più suggestivi sono stati senza dubbio quelli che hanno interessato il centro di Rovereto, con via Paoli vestita a festa per salutare il passaggio di vetture cariche di storia, taluna costruite prima della Seconda Guerra Mondiale. Anche i passaggi lungo i laghi di Caldonazzo e Levico, quelli nella campagna atesina a sud di Trento e quelli a Marco hanno creato la cronice ideale per una sfida appassionante.
Da domani la mostra dedicata alle opere consacrate al tema della velocità si sposterà dall’Urban City all’Hotel Nerocubo. Quella che risulterà vincitrice diventerà l’icona della 24ª edizione, alla quale fra poco si comincerà a pensare in seno alla scuderia Adige Sport.