Il weekend sulla storica pista brianzola è stato bollente ed altrettanto lo erano le coppie di piloti Audi Sport Italia e le loro auto. Nella classe regina SGT3 Pro le due giornate hanno prodotto due giri veloci e due secondi posti per Benoit Tréluyer e Vittorio Ghirelli, ma non la sospirata vittoria. Sabato ci si era messa di mezzo una foratura lasciando il duo dei quattro anelli a soli 3″ dalla Ferrari 488 vincente con Matteo Malucelli ed Eddie Cheever III, a rinfocolare la voglia di vincere della squadra del monzese Emilio Radaelli.
E oggi le cose erano iniziate per il verso giusto giustificando la fiducia quando Ghirelli, partito in prima fila, prendeva brillantemente il comando in prima variante per non mollarlo più fino alla fine del suo impeccabile e velocissimo turno. Il tre volte vincitore di Le Mans Tréluyer, subentrato al giovane di Fasano, rientrava davanti alla 488 di Stefano Gai, e nel giro di un paio di passaggi l’Audi e la Ferrari si portavano davanti a tutti. Ma la direzione gara infliggeva una penalità di 3″414 secondi all’Audi N.8 per la procedura non ortodossa con cui aveva completato il pit stop e quindi il francese sapeva che non sarebbe bastato precedere il campione italiano in carica, ma che avrebbe dovuto precederlo di almeno 3″5. Sarebbe stata un’impresa alla portata dell’R8 LMS forse, se una imprevista fase di safety car durata un paio di giri non avesse ridotto ulteriormente il tempo a disposizione per il pilota dei quattro anelli. Un Tréluyer in formissima è quasi riuscito in una impresa storica a suon di giri veloci: quasi, purtroppo. Pur tagliando il traguardo per prima l’Audi concedeva alla 488 0″2 di vantaggio.
Se Tréluyer e Ghirelli spruzzavano champagne sul podio con qualche giustificato rimpianto, era invece dolcissimo il gusto delle bollicine per Davide Di Benedetto e Michele Merendino, alla seconda vittoria nella classe GT3 (per vetture omologate prima del 2014) in altrettanti giorni. I due siciliani avevano guidato già la R8 LMS ultra, ma nel lontano 2012 e da allora non si erano più misurati con la categoria più prestigiosa delle serie tricolori. Questo non ha loro impedito di recuperare rapidamente il tempo perso: mentre le più pericolose rivali (le Ferrari 458 Italia soprattutto) soffrivano nel caldo di Monza, i piloti Audi avevano pazienza e non avevano troppo da preoccuparsi di handicap in tempo per aver preso parte a corse precedenti, venendo fuori alla distanza in entrambe le corse e siglando 21. e 22. vittoria per il telaio con più successi mai seguito dal team italiano dei quattro anelli.