L’atmosfera natalizia è scandita da sempre dal count down che elettrizza bambini “di ogni età”. L’attesa per quella magica mattina, quando l’impegno ad essere “più buoni” sarà finalmente premiato con giocattoli e regali desiderati per un anno intero. Poi si cresce e cambiano i giocattoli, ma la passione rimane.
Quest’anno il count down di Stefano Marrini si spinge un po’ più in là di Natale, supera Capodanno e arriva più lontano. In Argentina per la precisione, dove il 4 Gennaio prossimo scatterà da Buenos Aires la Dakar 2015. È la seconda volta che il rallista toscano tenta l’assalto alla madre di tutte le maratone a motore, che ha abbandonato da anni ormai il Nord Africa ma che, trapiantata in Sud America, ha mantenuto inalterato il nome e lo spirito di sfida ed avventura. E nonostante il cambio di location, inalterato è rimasto anche il “mal d’Africa”.
“Il richiamo della Dakar è sempre forte, – afferma Marrini – specialmente per i privati come noi, che la affrontiano ancora con lo stesso spirito avventuriero che animò Thierry Sabine agli inizi. Io poi ho un conto aperto con la gara, dopo il ritiro del 2012 per un cedimento meccanico nel corso dell’undicesima tappa. Ho scelto comunque la stessa vettura, un Mitsubishi Pajero ex RalliArt Italy ed ex T2. Fondamentalmente è un mezzo solido ed affidabile grazie alla preparazione non esasperata, ma per motivi di omologazione quest’anno sono costretto a correre in T1, la stessa categoria dei prototipi. Questo ci penalizza non poco, anche se il mio obbiettivo è cercare di riportarlo al traguardo di Buenos Aires il 17 Gennaio. Il che, per me, equivarrà ad una vittoria.”
Partita alla fine di Novembre dal porto di Le Havre in Francia assieme ad oltre 700 fra altri mezzi da gara e di supporto con un apposito cargo, la vettura di Stefano Marrini è sbarcata ieri a Puerto Campana, in Argentina. Fra il 30 e il 31 Dicembre prossimi le ultime verifiche tecnico/amministrative e poi la partenza come detto da Buenos Aires, il 4 Gennaio. Tutto pronto quindi per questa nuova avventura?
“Sì e no. Sto preparando da un anno il mio ritorno alla Dakar ma fra vari e continui cambiamenti in corso d’opera tutto si è concretizzato solamente negli ultimi mesi. È sempre più dura organizzare un impegno del genere e posso dire che in realtà, la mia -gara- è partita molti mesi fa. Basti pensare che inizialmente mi ero iscritto in solitaria, senza navigatore. Poi un mio amico messicano, Kurt Richter, si è interessato all’operazione aiutandomi nel reperimento dei supporti necessari ed alla fine sono riuscito a modificare la mia iscrizione: Kurt sarà il mio copilota. Logisticamente assieme alla vettura da gara ho inviato in Argentina anche un altro Pajero, Wagon, carico di ricambi. Sarà un’avventura, mi auguro bellissima. Dulcis in fundo, la macchina attualmente è ancora … bianca. In questi giorni ho mantenuto un contatto diretto e giornaliero con Maurizio Tiveron, meglio conosciuto nell’ambiente come “Stivi”. Sono stati giorni intensi sul piano della definizione finale di budget, sponsor e livrea. Correndo contro il tempo, alla fine assieme a Stivi siamo riusciti a tirare fuori una livrea che spero si faccia notare, un tricolore che accomuna la mia bandiera a quella del mio copilota messicano. Anche l’abbigliamento è quasi pronto e fra pochi giorni volerò finalmente in Argentina dove nel frattempo un altro amico sta realizzando materialmente la decorazione della macchina, che vi presento in anteprima.”
Un progetto internazionale e “corale” quindi, per un po’ di Italia che ancora una volta solcherà la tradizionale maratona tout terrain.
“Devo ringraziare il pool di sponsor che hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto. Anche se siamo un piccolo team, ho cercato di organizzare tutto al meglio. La tradizione Italiana alla Dakar è lunga, penso alla storia dei vari Edi Orioli, Vismara, Villa, Perlini, Biasion e molti altri, penso al mio conterraneo Meoni, mai dimenticato. Io vado alla Dakar per la mia passionaccia, perché adoro da sempre i fondi sterrati e perché dopo le soddisfazioni nei rally ho scoperto questo mondo di libertà, avventura, necessaria organizzazione ma anche tanta, tanta improvvisazione. Sarà dura, ma sarà bellissimo!”